Gli esperti…

Cos’hanno in comune la crisi dei migranti, la crisi bancaria e la crisi economica? Rileggete le affettate rassicurazioni e gli atti dei governi -di destra comee di sinistra, ma potremmo dire del partito unico- dal 2008 in poi: quelli che in altri paesi sono stati valutati come sconvolgimenti epocali e dunque affrontati per tempo e con misure drastiche, hanno visto i governanti italiani incapaci di vedere o di adottare le necessarie risposte; vuoi per incapacità, vuoi per l’impossibilità di smarcarsi da pressioni lobbistiche o di vere e proprie collusioni con la criminalità organizzata (mafia capitale ad esempio, ma anche la criminalità gestione del sistema bancario), vuoi per la scarsa autorevolezza verso perder e istituzioni europee o per pura ignavia pre-elettorale.

Hanno dunque partorito per quelle emergenze misure tampone, inefficaci e illusorie, dunque pericolose, perchè hanno fatto perdere tempo e coscienza del problema al Paese, arrivando per giunta ad assumere impegni ulteriori che non potevamo sostenere.
Per far figurare all’Europa che fossimo “affidabili”, si sono affrettati a firmare un fiscal compact che strangolerà le nostre possibilità di attuare investimenti virtuosi e rischia di innescare una garrota fiscale che strangolerà famiglie e imprese. Con la stessa superficialità hanno firmato le clausole di Bail-in , ignorando la vera situazione delle banche Italiane, forse addirittura coprendola con dichiarazioni che oggi appaiono ridicole se non fraudolente.

Oggi infine scopriamo dall’ex Ministro Bonino che “Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino”. Cioè noi che dovremmo spezzare gli obblighi del regolamento Dublino III, lo abbiamo violato in senso opposto a nostro danno!
La conseguenza di questa mancanza di visione (l’alternativa sarebbe un alto tradimento della nazione) e’ che i cittadini pagano e pagheranno.
Pagheranno con le clausole di salvaguardia un inasprimento costante della pressione fiscale, pagheranno come contribuenti il salvataggio delle banche e pagheranno il conto lasciato dall’emigrazioni di massa. 

Pagheranno senza sconti e per generazioni.

A quanto ammonta tutto cio’? Difficile da dire con precisione – ma siamo sicuramente oltre i 20 miliardi annui! Ma il prezzo più tragico sarà la completa rottura politica di un paese che capisce di essere stato oggetto di un grande inganno. Illuso da un voto di scambio di massa, ha detto credito a “promoter” che lo hanno trascinato al limite del collasso, e non sa come reagire.
Il cittadino si sente impotente; una parte ha perso la speranza: non va più a votare, non cerca più lavoro; un’altra cova rabbia e suggestioni pericolose. 
Hanno messo la polvere sotto il tappeto, anzi “le” polveri, che da un momento all’altro rischiano di esplodere.
Chi può rimediare? Le penose forze della “ex” sinistra che hanno votato l’impossibile pur di stare aggrappati ad un pezzetto di poltrona? La “nuova” destra che incita l’odio cieco verso qualsiasi soluzione ragionevole?

Sono le due parti della tenaglia, che agisce in sinergia a schiacciare ragionevolezza e buon senso.
Da oltre tre anni il Movimento ha proposto soluzioni per le banche perla crisi economica, per l’emergenza migranti.
Misure che dopo anni e a fatica entrano nella narrazione del governo (per ora solo a parole): quote, riallocazioni, stabilizzazione delle aree di crisi, revisione del regolamento di Dublino, reimpatrii, accoglienza diffusa, Centri di valutazione per i richiedenti asilo, direttamente in Africa prima dei drammatici imbarchi a lucro dei trafficanti di uomini. 
Soluzioni ragionate e ragionevoli, ed e’ questo che li fa impazzire: che un gruppo di cittadini organizzati e liberi dalle lobbies abbiano la chiave di volta per questo paese.
Per questo arriva in aula un provvedimento che ancora una volta evita di scomodare l’Europa e affronta un problema in modo unilaterale, inefficace ed illusorio.

Lo Ius Soli non è una priorità per il Paese, non introduce un diritto sostanziale, mentre può causare effetti non ben po
nderabili. Ma è utilissimo alle opposte ganasce della tenaglia per spolverare l’armamentario ideologico contrapposto; per brandizzare l’immagine del partito e fidelizzare il voto alle prossime elezioni politiche. Offre alla destra qualcosa da mordere e alla sinistra qualcosa da leccare.