DGA e quarantena, una testimonianza preziosa

Testimonianza DGA

Ricevo questa testimonianza; leggetela, chiunque voi siate vi farà bene. Saltate invece pure il mio commento se preferite, ma dedicate dieci secondi all’ultima frase

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Sono affetto da DGA (disturbo DA gioco d’azzardo, ndr) e malgrado in cura da più di due anni la situazione non è cambiata.
Però, in questo periodo, visto che io scommetto sulle scommesse sportive e lo sport e fermo, sono 45 giorni che non gioco.

Ho sentito che verranno riaperti alcuni giochi (d’azzardo, ndr) a breve, forse domani e che ci sono casi di azzardopatici che sono in crisi di astinenza. Non vorrei che questa fosse una scusa.

Io anzi sto molto meglio. Non penso al gioco, non ho mai sofferto in questo periodo malgrado sia disoccupato e con gravissimi problemi economici dovuti al gioco.

Sogno tutte le notti cosa che non facevo da anni ed ho paura pensando a quando anche lo sport ricomincerà a pieno ritmo.

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Sappiamo che nei problemi di dipendenza l’offerta influisce sul craving; in poche parole la voglia irrefrenabile che affligge le persone con dipendenza svanisce se non hanno continuamente davanti la possibilità di fare uso.

Accade allora che le persone tossicodipendenti in carcere non abbiano voglia di droga e che chi ha azzardopatia se non trova ad ogni momento occasioni, riesca a vivere meglio.

Ma questa persona ci dice una cosa immensa: che in questi giorni sogna; che in questi giorni la sua vita ha attinto a cose belle che, semplicemente, prima l’azzardo spegneva.